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HOCKEY

Già parecchi secoli fa l’uomo era solito praticare dei giochi nei quali un oggetto doveva essere spostato da un bastone ricurvo, proprio come in un dipinto del fiammingo Pieter Bruegel il Vecchio, Cacciatori nella neve (1568), nel quale alcuni personaggi si muovono sul ghiaccio con dei bastoni ricurvi.

La Storia

L’utilizzo del termine hockey per designare tale gioco si attesta a partire dal 1785 (nel 1527 invece appare hockie), tuttavia l’etimologia resta incerta. Può forse derivare dall’antico termine francese di origine germanico hoquet (bastone da pastore, gancio), o di quello olandese hokkie, diminutivo di hok (gabbia, ovvero la porta dove segnare). Molti di questi giochi nacquero nei campi, ma furono giocati ugualmente anche sul ghiaccio, come visibile in alcuni dipinti di pittori olandesi del Seicento. Nonostante tutto le basi del gioco moderno si fondarono in America del Nord. Gli immigrati in America del Nord portarono con loro una moltitudine di giochi simili al moderno hockey, fra i quali lo shinty proveniente dallaScozia, l’hurling irlandese e l’hockey su prato diffuso soprattutto in Inghilterra. Tali giochi furono adattati per essere giocati anche sul ghiaccio, traendo spunto inoltre da un altro sport come il lacrosse giocato dalla tribù nativa degli Irochesi per quanto riguarda la fisicità in campo. Nel 1825 Sir John Franklin scrisse nei suoi diari di aver disputato un giorno hockey sul ghiaccio presso il Grande Lago degli Orsi durante una delle sue spedizioni artiche. La Society for International Hockey Research afferma, facendo riferimento a un articolo scritto sulla Boston Evening Gazette, che nel 1859 la prima partita di hockey su ghiaccio si tenne ad Halifax, in Canada. Invece la prima partita in cui fu utilizzato un disco e non una pallina ebbe luogo l’anno successivo nel porto di Kingston fra alcuni veterani della Guerra di Crimea. Nonostante ciò le città di Windsor e Dartmouth, entrambe in Nuova Scozia, rivendicano il diritto di essere il luogo di nascita dell’hockey su ghiaccio.

Lo sviluppo del gioco moderno si ebbe a Montréal, nel Québec. Il 3 marzo 1875 fu disputata la prima partita documentata presso la pista di ghiaccio Victoria di Montréal. Nel 1877 alcuni studenti dell’Università McGill (James Creighton, Henry Joseph, Richard F. Smith, W. F. Robertson e W. L. Murray) redassero le prime sette regole e istituirono la prima squadra, il McGill University Hockey Club, nel 1880. Il gioco divenne così popolare che presto si diffuse in patria e all’estero: nel 1885 A. P. Low introdusse l’hockey a Ottawa, mentre nello stesso anno nacque un secondo club presso l’Università di Oxford. Nel 1888 il nuovo governatore del Canada, Lord Stanley (i cui figli divennero giocatori dilettanti di hockey), fu così impressionato dal match di hockey visto quell’anno presso un festival, il Carnaval d’hiver de Montréal che decise di creare un premio per la migliore squadra amatoriale del paese. La Stanley Cup fu attribuita per la prima volta nel 1893 ai campioni dilettanti del Canada, i Montréal AAA. A quel tempo Montréal divenne sede di circa un centinaio di squadre e di vari campionati in tutto il Canada. Sempre nel 1893 alcuni giocatori di Winnipeg ebbero l’idea di utilizzare delle protezioni in uso nel cricket per difendere le gambe dei portieri. Nello stesso anno l’hockey su ghiaccio sbarcò negli Stati Uniti, con il primo match disputato fra le università di Yale e la Johns Hopkins. La lega americana dilettanti nacque a New York nel 1896, mentre la prima squadra professionistica, i Portage Lakers, videro la luce nel 1903 a Houghton, in Michigan.

I cinque figli di Lord Stanley portarono l’hockey su ghiaccio in Europa, e affrontarono una rappresentativa della Corte di Inghilterra (inclusi i futuriEdoardo VII e Giorgio V) a Buckingham Palace nel 1895. Nel 1908 il pattinatore francese Louis Magnus fondò la Ligue Internationale de Hockey sur Glace, la prima federazione internazionale di hockey su ghiaccio. Il primo campionato europeo fu disputato nel 1910 a Montreux, in Svizzera, e fu vinto dalla rappresentativa del Regno Unito. Nel 1909 nacque la più antica squadra ancor oggi esistente, i Canadiens de Montréal. Nel frattempo le regole continuarono ad evolversi: nel 1913fu introdotto il fuorigioco e si iniziarono a dividere i campi da hockey in tre zone. nel 1917 nacque la National Hockey League, la lega professionistica nordamericana. Nel 1920 l’hockey su ghiaccio fece la sua prima apparizione ai Giochi di Anversa 1920, mentre dieci anni più tardi, nel 1930, il primo Campionato mondiale di hockey su ghiaccio fu vinto dal Canada a Chamonix in Francia.

L’hockey su ghiaccio professionistico nacque nei primi anni del XX secolo. Dal 1902 la Western Pennsylvania Hockey League fu il primo campionato ad avvalersi di giocatori professionisti a tempo pieno. La lega si espanse verso il Michigan e l’Ontario fino a formare il campionato professionistico della International Professional Hockey League (IPHL) nel 1904. La IPHL iniziò ad assumere giocatori canadesi in cambio di uno stipendio regolare, mentre fino ad allora molti giocatori svolgevano tale sport a livello amatoriale. La IPHL fu costretta a chiudere nel 1907 a causa dei numerosi campionati formatisi nelle province canadesi, come in Manitoba, Ontario e Québec. Nel 1910, la National Hockey Association (NHA) fu fondata a Montreal. La NHA continuò ad affinare le regole del gioco, eliminando il settimo uomo in pista, il rover, dividendo la partita in tre tempi da venti minuti ciascuno e introducendo il concetto di penalità maggiore e minore. Dopo la riorganizzazione del campionato con la denominazione National Hockey League (NHL) nel 1917, la lega si espanse negli Stati Uniti nel 1924. Successivamente anche in Europa iniziarono a nascere i primi campionati professionistici. Il gioco del bandy rimaneva popolare e da squadre di dilettanti iniziarono a nascerne di professionistiche. Una delle prime nazioni ad avere un campionato nazionale fu la Svizzera, con la Lega Nazionale A, nata nel 1916 e professionistica dal 1938. Attualmente sono molte le nazioni ad avere un campionato nazionale, e di queste le principali sono la Russia con la Kontinental Hockey League, un campionato sovranazionale che riunisce molte delle nazioni dell’ex-URSS, laCzech Extraliga della Repubblica Ceca, la finlandese SM-liiga e la svedese Elitserien. In Italia invece il primo campionato si disputò nel 1924-25. La diffusione dell’hockey su ghiaccio segue un criterio geografico, ovvero le regioni presso le Alpi sono quelle dove è più diffuso: in particolare in Trentino-Alto Adige, Veneto, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e, in misura minore, Piemonte e Valle d’Aosta. L’Alto Adige è la zona in Italia dove l’hockey ha maggior popolarità e seguito, conta infatti la maggior parte delle squadre professionistiche e dei giocatori iscritti alla federazione italiana. L’Hockey Hall of Fame nacque nel 1943 a Toronto, e al 2010 conta 357 membri fra giocatori, allenatori, general manager e arbitri. Nel corso degli anni la NHL aggiunse sempre più franchigie, dalle original six (ovvero le sei squadre fondatrici), nel 1967 si passò a 12, e così via fino alle trenta squadre attuali. A livello internazionale invece spiccò il duello fra le due grandi potenze mondiali, il Canada e l’URSS. Nel 1993 invece i Canadiens de Montréal vinsero la loro 24a Stanley Cup, record assoluto del campionato, mentre si aspettò il 1998 per la prima partecipazione dei professionisti NHL ai Giochi olimpici invernali di Nagano, in Giappone. Nell’ultima parte del secolo iniziò a crescere anche il movimento dell’hockey su ghiaccio femminile: nel 1990 si svolse il primo Campionato mondiale di hockey su ghiaccio femminile, mentre nel 1998 vi fu il debutto ai Giochi olimpici invernali di Nagano.

Le regole

Il regolamento ufficiale viene preparato dalla International Ice Hockey Federation (IIHF), organismo internazionale a cui fanno riferimento tutte le competizioni ufficiali di hockey su ghiaccio. La versione attuale è valida fino al 2014 e ha sostituito il vecchio regolamento dal 2006. Il regolamento è diviso in cinque sezioni: “Campo da gioco”, “Squadre, giocatori ed equipaggiamento”, “Arbitri e loro obblighi”, “Regole del gioco” e “Penalità”, mentre come appendice sono riportate altre annotazioni generali. Nella National Hockey League esistono alcune differenze rispetto al regolamento ufficiale della IIHF, pertanto è l’unico campionato a possedere un proprio regolamento, diviso in dieci sezioni.

 

Il campo da gioco, detto più correttamente “pista”, è una superficie ghiacciata rettangolare, con una lunghezza compresa fra 56 e 61 metri, ed una larghezza tra i 26 e i 30 m. Tutt’attorno alla pista c’è una balaustra sopra la quale, a protezione del pubblico, c’è una protezione in plexiglas; dietro le porte si trova una rete di protezione supplementare. Le porte sono alte 122 cm e larghe 183 cm, mentre i montanti sono colorati in rosso. Attorno alla porta è segnata un’area di porta semicircolare. La pista è attraversata nel senso della larghezza da 5 linee; due linee blu larghe 30 cm lo dividono in 3 zone di uguale grandezza: zona d’attacco, zona neutra e zona di difesa. La zona neutrale è divisa a metà da una linea rossa larga 30 centimetri: la linea di metà campo. Al centro di essa, cioè al centro della pista, si trova il punto di ingaggio, circondato dal cerchio di ingaggio. In totale ci sono cinque cerchi di ingaggio, tutti con un raggio di 4,5 m: uno al centro e due in ognuna delle zone difensive. La quarta e la quinta linea sono le linee di porta (rosse, larghe 5 centimetri) che attraversano tutto il campo. All’esterno della balaustra, all’altezza della zona neutra sul lato lungo del campo, si trovano le panchine delle due squadre, mentre di fronte vi sono i cronometristi e la “panca puniti”. A differenza di molti altri sport, la pista prosegue anche dietro le porte ed è smussata, per permettere lo scorrimento del puck ad alta velocità. Nella NHL la pista è leggermente più piccola, lunga 56 m e larga 26 m, ed ha una divisione delle zone leggermente diversa. In tal modo il gioco risulta normalmente più rapido e aggressivo.

Un incontro di hockey su ghiaccio dura normalmente 60 minuti (tre tempi – chiamati anche “terzi” – da 20 minuti). Poiché ogni interruzione di gioco comporta fermare il cronometro (si parla di minuti effettivi di gioco), una partita dura in realtà circa il doppio del tempo effettivo. Gli intervalli fra un tempo e l’altro durano 15 minuti. A differenza di molti altri sport nell’hockey su ghiaccio non esiste il pareggio: se al termine di una partita il risultato è ancora di parità, viene giocato un tempo supplementare, di venti o cinque minuti, che termina immediatamente con il gol di una delle due squadre (col meccanismo della sudden death, pari al golden goal calcistico). Se al termine del tempo supplementare nessuna delle due squadre ha segnato, la partita viene decisa ai rigori oppure, a seconda del campionato, i tempi supplementari possono proseguire ad oltranza. Di norma vengono assegnati 3 punti alla squadra vincitrice nel tempo regolamentare, 2 alla squadra vincitrice dopo il tempo supplementare o i rigori, 1 alla squadra sconfitta ai supplementari o ai rigori e nessun punto per chi perde nel tempo regolamentare. I campionati vengono decisi quasi ovunque attraverso il meccanismo dei play-off, per il quale si qualificano le migliori del girone. Normalmente, la migliore squadra della stagione regolare affronta al primo turno la peggiore delle qualificate, la seconda la penultima e così via. Le vincenti passano al turno successivo, fino alla finale. Gli incontri avvengono su serie di partite, chi ne vince – a seconda del regolamento – per primo 4 (al meglio delle 7), 3 (al meglio delle 5) o più raramente 2 (al meglio delle 3), si aggiudica il passaggio del turno. È consentito spostare in avanti il puck con il pattino, ma non è consentito segnare in questo modo, a meno che non sia una deviazione. Vietato è anche giocare il puck col bastone alto (ossia col bastone al di sopra della spalla) – ma è permesso bloccarlo con la mano. I passaggi con la mano e le reti segnate con essa non sono valide. Con l’avvento della cosiddetta “tolleranza-zero”, introdotta in tutti i principali campionati del mondo prima dei XX Giochi olimpici invernali del 2006, il gioco è divenuto più tecnico. Questa nuova regola, in realtà, non è altro che l’applicazione molto più rigida delle regole preesistenti. In sostanza, ostruzioni, trattenute, colpi di bastone e agganci sono sanzionati in modo più puntuale, così da migliorare la fluidità del gioco, e favorire i gesti tecnici.

Una squadra di hockey su ghiaccio è composta al massimo di 22 giocatori, 20 di movimento e 2 portieri. Durante una partita possono essere sul ghiaccio al massimo 6 giocatori contemporaneamente. La regola prevede che siano 5 giocatori di movimento e un portiere, ma in situazioni particolari, il portiere può essere sostituito da un sesto giocatore di movimento. Normalmente si parla di “linee” – cioè diversi assetti nei quali attaccanti (due ali ed un centro) e difensori giocano sempre insieme. Una squadra tipo ha due portieri, quattro linee difensive (due difensori per linea, in totale otto) e quattro offensive (tre attaccanti per linea, in totale dodici). A disposizione restano solitamente un terzo portiere e due ulteriori difensori. Nell’hockey su ghiaccio degli albori c’era anche un sesto giocatore di movimento nella posizione definita “rover”, in grado di svolgere sia il compito di attaccante che di difensore. In una squadra ci devono essere un capitano e due capitani alternativi. Come segno di riconoscimento portano sul petto rispettivamente una “C” o una “A” maiuscole. Fino agli anni 50 i giocatori dell’Unione Sovietica portavano in alternativa una “K” per il capitano. Ciò sarebbe possibile ancora oggi, ma questa possibilità viene utilizzata solo raramente. Il capitano è l’unico a poter chiedere spiegazioni sulle decisioni degli arbitri. I cambi dei giocatori di movimento sono possibili non soltanto durante le interruzioni di gioco, ma possono anche essere “volanti”. Il cambio di tutti i giocatori di movimento è possibile ed è definito “cambio di linea”. Per evitare gli infortuni, uno dei maggiori rischi dell’hockey su ghiaccio, è prescritto un equipaggiamento protettivo completo. Oltre a particolari pattini da ghiaccio e il bastone, ne fanno parte un casco con visiera, guanti, protezioni per nuca, laringe e bocca, e il paradenti. Inoltre protezioni sono previste per le spalle e la cassa toracica. Poiché i portieri sono sottoposti a maggiori rischi, spesso infatti devono parare dischi a velocità altissime, hanno uno speciale equipaggiamento: oltre a speciali “pattini da portiere” ed un bastone leggermente più spesso, portano un casco dotato non di una semplice visiera, ma di una maschera a griglia, gambali, un guanto – quello della mano che regge il bastone – dotato di “scudo” ed un “guanto da presa”.

Ingaggio (face-off): quando viene fischiato l’inizio del gioco all’inizio di un tempo o dopo un’interruzione di gioco, si ha un ingaggio. Due giocatori avversari stanno uno di fronte all’altro all’interno di un cerchio dell’ingaggio ed il puck viene fatto cadere da un guardalinee. I due giocatori cercano di entrare in possesso del puck.

Fuorigioco: (off-side): quando si attacca verso la porta avversaria, il puck deve entrare prima o contemporaneamente al primo giocatore attaccante all’interno della zona offensiva delimitata dalla linea blu. In altre parole, tra il giocatore che controlla il disco e la porta avversaria non dev’esserci nessun compagno di squadra al momento del passaggio della linea blu d’attacco. Il fuorigioco viene annullato se tutti i giocatori attaccanti lasciano la zona d’attacco senza aver toccato il disco. Il fuorigioco viene segnalato dal guardalinee alzando un braccio.

Liberazione vietata (icing): si ha quando il puck supera – direttamente o dopo aver toccato la balaustra – la linea di centrocampo e la linea di porta avversaria dopo un rinvio dalla difesa. Viene fischiata l’interruzione del gioco e si ha un ingaggio. Questa regola non viene applicata se il disco attraversa l’area di porta oppure quando la squadra che effettua la liberazione sta giocando in inferiorità numerica. Nell’NHL l’icing è chiamato se il disco è toccato dalla squadra avversaria.

Gioco con un uomo in più (power play): quando viene irrogata una sanzione disciplinare ad un giocatore, e questo finisce in panca puniti, la sua squadra resta con un uomo in meno sul ghiaccio (situazione di shorthand). La squadra che non ha subito la penalità gode dunque di un vantaggio, giocando in 5 contro 4 (oppure 5 contro 3, se viene irrogata una seconda penalità), e si dice – appunto – che gioca in power play.

Gol in power-play: (power play goal) quando una squadra che gioca in power play segna, questa rete viene comunemente indicata così. Se il giocatore in panca puniti stava scontando una penalità minore (2 minuti), il gol subito dalla sua squadra pone immediatamente termine alla penalità, e il giocatore può tornare sul ghiaccio. Hockey Pergine regole e terminologia di base

Gol con l’uomo in meno (short-handed goal): qualora una squadra in inferiorità numerica, detta anche in box play, riesca egualmente a segnare, quella rete viene comunemente indicata così.

Gol a porta vuota (empty net goal): una squadra in svantaggio può – negli ultimi minuti della partita – sostituire il portiere con un giocatore di movimento. Se la squadra avversaria riesce a segnare, si parla di empty net goal.

Time-out: ogni squadra può usufruire di un’interruzione di gioco da 30 secondi a partita.

Time-out: ogni squadra può usufruire di un’interruzione di gioco da 30 secondi a partita.

Rigore: (penalty shot, shootout) nell’hockey su ghiaccio, il rigore viene fischiato quando un giocatore, che è l’ultimo difensore, commette fallo su un giocatore che si trova davanti a lui e che ha il pieno controllo del disco. Il rigore viene battuto partendo dal centro della pista. Un attaccante avanza verso il portiere e cerca di segnare. All’attaccante non è consentito muoversi all’indietro, ed ha un solo tiro a disposizione (la ribattuta non è consentita). Qualunque sia il risultato del rigore, il gioco riprende con un ingaggio. Durante l’esecuzione del rigore il tempo resta fermo. Qualora venga assegnato un rigore contro una squadra che sta giocando senza portiere, si assegna automaticamente un goal alla squadra che usufruirebbe del rigore.

Invasione area di porta: (Goaltender interference) non è consentita la situazione in cui un giocatore avversario tocca o ostacola il portiere nella piccola area di porta di colore blu. Spesso dei gol vengono annullati perché il giocatore avversario invade con il pattino l’area blu (prima dell’ingresso nella stessa del disco).